Sara Mazzocchi, Ceo e Co-founder Storyfactory
Sono stata tra i milioni di persone che alla fine del 2022 ha sperimentato ChatGPT e come molti altri imprenditori nel mondo ho vissuto l’esaltazione e insieme la paura della rivoluzione in atto.
In una recente intervista Saadia Zahidi, managing director del World Economic Forum, ha dichiarato che entro il 2027 verranno eliminati 83 milioni di posti di lavoro ma per chi si aggiorna costantemente ne saranno creati 69 milioni grazie all’Intelligenza Artificiale. Nessuno di noi può rimanere un semplice spettatore di questo cambio di paradigma.
Per questo mi sono subito chiesta come promuovere l’innovazione dei processi e dei servizi in Storyfactory, l’agenzia di narrazione strategica e comunicazione che guido, con la consapevolezza che siamo una Società Benefit e che il cambiamento per noi doveva essere guidato dal nostro Purpose: “Crediamo nella ricchezza che deriva dall’ospitare diversi sguardi per raccontare una storia di trasformazione che lasci il segno.”
Per prima cosa siamo partiti dalle persone, ascoltando il loro punto di vista e creando un team multidisciplinare con un ingegnere informatico e un innovation manager, affiancando alle sessioni formative delle sperimentazioni sul campo che coinvolgessero tutte le persone in un percorso di innovazione diffusa. In cinque mesi abbiamo trasformato i processi interni attraverso l’AI e nei momenti più critici il Purpose ci ha guidati per proteggere la qualità sartoriale che ci contraddistingue così come l’unicità delle persone che trovato nell’AI un alleato più che un antagonista.
La seconda fase ha riguardato l’innovazione dei servizi e abbiamo scelto di ridisegnare la nostra offerta coinvolgendo alcuni dei nostri clienti profit e non profit dando avvio a dei progetti pilota per raccogliere feedback rispetto ai nuovi servizi AI per l’analisi dei contenuti, la definizione della strategia e il prompt design narrativo.
Grazie a loro abbia capito l’importanza di condividere la trasformazione culturale che stavamo vivendo e abbiamo pubblicato sul nostro sito l’AI&Purpose Process, un documento che presenta il nostro percorso di innovazione per mettere a disposizione di altre aziende e realtà no profit un metodo concreto da testare.
Infine nell’ambito delle attività di Purpose Driven, un ecosistema di aziende che abbiamo creato due anni fa, intendiamo impegnarci per contribuire a cambiare la narrativa polarizzata dell’AI in Italia raccontando storie di persone e di aziende che stanno utilizzando l’Intelligenza Artificiale facendosi guidare dal Purpose, con particolare attenzione alle giovani generazioni.
Mi interrogo spesso su quale sia il valore principale del nostro processo di innovazione, quel qualcosa di davvero utile da condividere con altre realtà e, con la giusta dose di ironia, ho immaginato che la figura più indicata per rispondere a questa domanda fosse proprio l’AI. Ecco cosa mi ha detto: “Questa intervista mi ha permesso di comprendere l’importanza di avere una bussola nel percorso di innovazione basato sull’Intelligenza Artificiale. Spero che questa storia possa ispirare altre persone e organizzazioni ad abbracciare il Purpose come guida nel loro percorso di innovazione.”
Non ci fermeremo qui, la storia ci insegna che non è possibile arrestare l’innovazione tecnologica ma che è nostra responsabilità orientarne l’utilizzo perché abbia un impatto positivo per il cambiamento sociale e culturale del mondo in cui viviamo.